Wednesday, March 13, 2013

PAPA FRANCESCO: l'orgoglio dei piemontesi -- la madre, "con sangue piemontese e genovese": REGINA MARIA SIVORI ----

Speranza

L’orgoglio dei piemontesi

Asti -

«Portiamo lo stesso cognome.

E se si ricostruirà l’albero genealogico avremo la certezza di essere cugini».

Non c’è confine all’emozione di Roberta Bergoglio, da Portacomaro Stazione, frazione di Asti.

La famiglia di Papa Francesco è originaria proprio di questo fazzoletto di terra.

Una delle tante famiglie che nell’Ottocento lasciarono il Piemonte e partivano per le lontane Americhe, verso «la fine del mondo», come ha detto il nuovo pontefice affacciandosi su piazza San Pietro, in cerca di fortuna.

Ad Asti, la città dei santi sociali, da don Bosco a San Giuseppe Marello e Giuseppe Cafasso, le campane suonano a distesa.

Il sindaco, Fabrizio Brignolo, solo pochi giorni fa aveva scritto una lettera all’ancora cardinal Bergoglio:

«In occasione del suo arrivo in Vaticano per il conclave l’amministrazione comunale da me presieduta sarebbe molto orgogliosa se ci onorasse della sua presenza che rappresenterebbe un avvenimento speciale per la città di Asti, viste anche le sue origini piemontesi».

Origini che il papa non ha mai dimenticato.

Ne parla in un libro-intervista pubblicato nel 2010, spiegando che il padre «era di Portacomaro», paese in cui i suoi avi comprarono l’unica casa esistente nella prima metà dell’Ottocento e poi costruirono le altre.

La madre, invece, era «di Buenos Aires con sangue piemontese e genovese».


A dieci anni, per conoscere la sua terra natale, fece visita a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione (il nome completo di questa località), incontrando anche alcuni cugini.

L’ultima volta vi è tornato nel 2005, in occasione del Conclave che elesse Benedetto XVI, e si portò in Argentina un sacchettino di terra.

 «Personalmente non lo conosco - dice don Andrea Ferrero, parroco di San Bartolomeo - ma sono davvero contento.

Prego per lui e perché il Signore lo sostenga nel compito di guidare la Chiesa. Se tornasse a trovarci? Sarebbe davvero bello. Lo accoglieremmo a braccia aperte».

Pare che le origini astigiane di Bergoglio siano certificate dagli atti conservati negli archivi del Comune di Asti.

E c’è da scommettere che, adesso, qualcuno si metterà a scartabellare fra i faldoni ingialliti.

Di certo la notizia viene rivendicata con orgoglio sul web.

«Il papa è delle mie parti», twitta Nicola.

«Segnatevi questo paese perché diventerà famoso», gli fa eco Luca.

«Ciao, sono Francesco e ho origini di Portacomaro», aggiunge un terzo giocando sul nome.

«Dopo il Ruchè un’altra bella notizia da Portacomaro», scherza un quarto citando il pregiato vinello locale.

Alle Congregazioni generali hanno preso parte altri due astigiani.

Il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato emerito. Ed è astigiano di adozione anche il cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, il secondo più anziano tra i porporati elettori dal momento che la prossima settimana compirà 80 anni.

L’idea di un «papa piemontese» ha conquistato tutti.

Il presidente del consiglio regionale, Valerio Cattaneo, ricorda che l’ultimo fu San Pio V, 450 anni fa, e afferma che l’elezione di Bergoglio è «un riconoscimento alla grande epopea dell’emigrazione piemontese nel mondo, che ha portato in Argentina e in altri Paesi l’operosità, l’impegno e la fede che ha sempre sorretto nel nostre comunità».

´`Evviva il Papa!´`, gli fa eco il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota.

«Le più sincere e sentite congratulazioni a Francesco I - aggiunge -. Da parte di tutti i piemontesi, desidero testimoniargli tutta la gioia e la speranza per la sua elezione e l’orgoglio per le sue origini piemontesi».
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